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Proposte ANAS per il rilancio della suinicoltura

Data: 
Lun, 07/09/2015 - 09:49

La  suinicoltura  italiana  vive  da  diversi  anni  una  congiuntura  economica  difficile  che si  è ulteriormente  aggravata  nel  corso  del  2015  per  gli  effetti  di  fattori  internazionali, quali  il  bando russo all’importazione di carni e la contemporanea espansione produttiva di alcuni importanti Paesi europei, e fattori interni quali il rallentamento dei consumi domestici.
Purtroppo  il prezzo dei  suinigrassi  e  dei  suinetti  è  crollato  rispetto all’anno precedente e non permette agli allevatori di beneficiare dell’alleggerimento dei costi delle materie prime per mangimi.
Sotto  pressione  sono  soprattutto  gli  allevamenti  con  scrofe,  che  sono  il  cardine  del  sistema produttivo e della filiera delle DOP. 
E’ necessario attuare urgentemente una serie di misure per  ridare  slancio  alla  filiera  suinicola italiana. Secondo ANAS le principali aree di intervento sono:
-il miglioramento della qualità e dell’efficienza
-la trasparenza commerciale
-il miglioramento della valorizzazione economica

1. Più qualità ed efficienza
Importanza della qualità. La  competitività  delle  carni  suine  italiane necessita  del costante  miglioramento  del  loro profilo  qualitativo. In  particolare, le  produzioni  tutelate  (DOP  e  IGP) devono    puntare  ad esaltare  gli  elementi di  differenziazione  rispetto  alle  produzioni  generiche attraverso  una coerente attuazione dei Disciplinari.
Qualificazione genetica. Le caratteristiche produttive qualitative sono fortemente condizionate dall’origine genetica degli  animali.  La  suinicoltura  italiana  deve  consolidare  la  propria  identità  e  quindi  è prioritaria   la   diffusione   negli   allevamenti   delle   razze   selezionate   in   Italia   per le caratteristiche tecnologiche e sensoriali dei prodotti trasformati italiani, in primis i prosciutti DOP.
Particolarità produttiva. L’allevamento  del  suino  pesante  italiano  costituisce  un’importante  opportunità  per promuovere  pratiche  di  allevamento  rispettose  del  benessere  e  della  salute  animale. A questo  riguardo,  si  ricorda  che  la  specificità  italiana  per  le  produzioni  tipiche  è  stata recepita anche dalla Dichiarazione europea sulle alternative alla castrazione, operative dal 2018.
Efficienza produttiva. Un  aspetto  rilevante  per  il  sistema  produttivo  italiano  è  rappresentato  dai  costi  legati all’alimentazione dei suini che sono gravati da un eccessivo onere derivante dal settore della produzione mangimistica. I mangimi italiani hanno un costo medio del 25% superiore alla media europea. Si tratta di una criticità che deve trovare una soluzione attraverso una diversa organizzazione dell’industria mangimistica.
Inoltre,  la  genetica  può  dare  un  contributo  determinante  per  migliorare  l’efficienza produttiva  degli  allevamenti  italiani.  A  questo  proposito  ANAS  ha  sviluppato  nuove  linee genetiche che mantenendo l’originalità italiana permettono migliori prestazioni dei suini in allevamento (Linea Alta Resa) e aumentano la capacità riproduttiva delle scrofe (Linea Alta Prolificità).

2. Più trasparenza commerciale
Commissione Unica Nazionale. L’attività  della  CUN  suini  grassi  da  macello,  nonostante  le  inevitabili  lacune, ha rappresentato un’esperienza  positiva  perché  ha  permesso  di  definire  con  criteri  più aggiornati  rispetto  al  passato  i  prezzi  settimanali  dei  suini.
La  definizione  di  un  prezzo nazionale  di  riferimento è di  estrema  importanza  per tutelare  i  diritti  dei  suinicoltori. Certamente è necessario operare per rendere i lavori della CUN più oggettivi e trasparenti, ma   ciò   non   può   giustificare   i   comportamenti   assunti   di   recente   dai   rappresentati dell’industria di macellazione, che boicottano i lavori della Commissione stessa e privano la filiera del necessario riferimento commerciale.
Innovazione della contrattazione. La  variabilità  dei  comportamenti  commerciali  e  lo  sproporzionato  rapporto  di  forze  tra  i pochi  acquirenti  (macelli)  e  i  numerosi  fornitori  (allevatori)  rende  improcrastinabile  la definizione  di  regole  contrattuali  generali  e  condivise.  In  altre  parole,  è  necessario addivenire ad un accordo quadro che faccia leva non su logiche punitive, ma premianti la qualità e l’impegno economico sostenuto per ottenerla (costi di produzione, criteri oggettivi di qualità e resa).
Misure oggettive e verificabili. Alla  luce  di  quanto  sopra,  è  necessario  dare  piena  attuazione  ad  alcune  previsioni dell’intesa di filiera sottoscritta l’8 luglio 2013 con la messa a regime di procedure per la taratura  dei  sistemi  di  pesatura  al  macello,  per  la  rilevazione  indipendente  dei  dati  di misurazione delle carcasse (scatole nere).
Separazione linee produttive. E’ necessario superare con decisione la commistione tra le produzioni tipiche tutelate e altre produzioni generiche, spesso realizzate con suini o carni importate. Per questo, è di estrema  importanza avviare  un  serio  confronto  per  una  netta  distinzione  lungo  tutta  la filiera: dall’allevamento fino agli impianti di trasformazione,dei siti dedicati alle lavorazioni DOP separati da quelli che realizzano altri tipi di produzione.

3. Miglior valorizzazione economica
Indicazione d’origine. L’informazione  alconsumatore  sull’origine  delle  carni  è  una  chiave  importante  per migliorare  la  fidelizzazione  del  consumatore  stesso  e  per  promuovere  il  consumo  delle carni suine italiane. Quanto introdotto lo scorso aprile 2015 per le carni fresche, refrigerate e   congelate   (Regolamento   1337   del   13   dicembre   2013)   è ancora  insufficiente.  E’ auspicabileprima  possibile  la previsione di  una  chiara indicazione  di  origine  per  le  carni trasformate che costituiscono la parte più rilevante della produzione e dei consumi italiani.
Tagli carni fresche dei suini per le produzioni DOP. I suini prodotti per il circuito DOP sono allevati nel rispetto di rigidi disciplinari che tra l’altro, prevedono  un  affidabile  sistema  di  tracciabilità.  Fino  ad  oggi  non  è  stato  possibile comunicare  al consumatore in modo efficace le caratteristiche e soprattutto l’origine di queste carni fresche. Buona parte del consumo di carne fresca italiana è soddisfatto dalla carne dei suini pesanti allevati per Parma e San Daniele. E’ giunto il momento di sfruttare l’immagine affermata   delle   produzioni   DOP per   informare   il   consumatore   e   quindi promuovere  in  modo  snello,  ma  innovativo,  il  consumo  di  carne  frescadi suini  che  sono nati e allevati con pratiche tipicamente italiane.
Allevamento rurale razze locali. Le razze locali conservate in Italia dall’ANAS con la collaborazione di diverse centinaia di allevatori sono  sei  e  costituiscono  un  importante  patrimonio  di  biodiversità  zootecnica  e socio-culturale. Queste  razze  sono  allevate  in  ambienti  rurali  per  produrre carni fresche  e salumi   per   mercati   di   nicchia.   Nonostante   la loro limitata   diffusione   costituiscono un’opportunità per valorizzare numerose e virtuose filiere locali.

Per approfondimento si invita a consultare la Relazione sull’attività 2014 scaricabile sul sito www.anas.it nella sezione “Vita Associativa/documenti”.